Con l’appuntamento “In the streets of London with Virginia Woolf”, il 10 marzo ha preso il via il percorso linguistico per le competenze trasversali “Dalla tradizione del Romanzo ai media”, promosso dall’Istituto Universitario per Mediatori Linguistici ”SSML Internazionale” di Benevento. Molteplici sono le scuole superiori che hanno aderito al progetto. La SSML ha programmato sette incontri che rappresentano per gli studenti un’occasione importante di apprendimento e formazione, come spiega la Prof. ssa Oriana Palusci, Direttore della SSML, in questa intervista.
Prof.ssa Palusci, nell’ambito del progetto legato alle attività dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), la SSML ha scelto come tema “Dalla tradizione del romanzo ai media”, perchè?
Perché penso che gli studenti, sia delle scuole che dei corsi universitari, siano molto interessati a queste tematiche. Noi, infatti, passiamo a discorrere dai libri al piccolo e grande schermo. In questo ambito, per esempio, ci soffermiamo sulla traduzione dei sottotitoli. Per noi, che siamo un corso di laurea in lingue, la traduzione dei sottotitoli è molto più divertente e attuale, della traduzione solo scritta, perché è basata su una metodologia molto ricca. Inoltre, penso che i giovani siano molto interessati proprio ai linguaggi visivi. Quindi vorremmo dare un input agli studenti su come si leggono anche i linguaggi della televisione e del grande schermo. Potremmo anche aggiungere i giochi, i games, che sono soprattutto in inglese e francese. I giovani pensano di capirli ma non è così.
Quale è l’obiettivo quindi dei questo ciclo di appuntamenti?
Lo scopo di questi sette incontri è proprio di dare degli strumenti, dei tools, agli studenti e un aggiornamento ai docenti su quello che si sta facendo non solo in Italia ma in ambito europeo.
Lei ha inaugurato il ciclo con il seminario “In the streets of London with Virginia Woolf”, di cosa ha parlato nel suo intervento?
Ho cercato di tracciare un percorso della rappresentazione del paesaggio urbano e soprattutto di Londra dall’800 ai primi anni del ‘900, per far capire agli studenti che anche una tematica così conosciuta e semplice, come il paesaggio urbano, si può arricchire attraverso la rappresentazione dei grandi romanzi dell’800 e del primo ‘900, impostando un discorso di genere. Quindi sono passata da colui che abita e cammina per le strade della città a colei che abita e cammina per le strade della città.
Secondo lei Virginia Woolf parla ancora alle donne? E se si perché?
Diciamo che Virginia Woolf parla in modo molto difficile, però alcuni dei nodi concettuali sono ancora per tutte noi. Ad esempio il fatto che le donne debbano avere un introito economico. Lei lo fa per le scrittrici, noi oggigiorno lo espandiamo. E così anche per quanto riguarda, ad esempio, il tracciare un percorso al femminile. Oggigiorno se andiamo in libreria vediamo donne intrepide, donne famose, vi assicuro che quando io ero giovane non se ne parlava e facevamo le lotte per strada, per dire: ci siamo, siamo presenti.